Il Covid: dalla condizione di isolamento alla conquista della solitudine

La pandemia ha creato un forte impatto sia a livello individuale che nella nostra vita collettiva suscitando angosce e ansie in molte persone.

L’angoscia di tipo persecutorio è quella che in misura più o meno intesa stiamo sperimentando ormai da mesi. Essa nasce dalla percezione che il confine tra amico e nemico, tra bene e male non sia più delineato. Tutti – familiari, amici e colleghi – possono essere veicoli del virus anziché di difesa. L’altro, anche se intimamente vicino a sé, diviene un fattore potenziale di morte. Dall’ordine delle cose siamo passati al caos. Per controllare questa angoscia si può ricorrere talvolta a costruzioni di pensiero che portano all’idea che essere vittime di un complotto ordito da paesi nemici, da organizzazioni politiche, da attacchi terroristici, ecc.

Le angosce di tipo depressivo, di cui molti stanno soffrendo, riguardano il futuro e la percezione del mondo vissuto non più come orizzonte ma come limite alla propria libertà. A ciò si aggiunge la paura di non riuscire a recuperare l’idea delle relazioni come risorsa e non più come pericolo, di rimanere intrappolati in un mondo chiuso e claustrofobico.

Il negazionismo è un modo per difendersi da queste angosce, un modo per non elaborare il lutto che questa circostanza ci impone: il lutto verso le persone decedute, il lutto per la perdita della nostra libertà.

L’isolamento a cui il lockdown ci ha costretto e che si paventa anche nei prossimi mesi ci allontana dal mondo, rende impossibile la solidarietà verso chi sta male, ci costringe a vivere un eterno presente, scandito solo dalle notizie inquietanti dei telegiornali e a trascorrere il tempo seguendo la contabilità dei contagi e dei morti.

Per proteggerci dalle difficoltà emotive di questo particolare momento occorre fare qualcosa contro la paura, trasformando l’isolamento in una condizione di solitudine. Essere soli è un’esperienza molto differente dall’isolamento. La solitudine favorisce un dialogo interiore, la riflessione e il pensiero. È una condizione che si apre al futuro, alla speranza e al desiderio. Liberi dalla febbrile ricerca di mete, di risultati concreti, da giornate frenetiche in cui resta poco tempo per sé si può aprire uno spazio in cui apprendere cose nuove, scoprire doti inaspettate, interessi nuovi, in cui pensare e gettare le basi per nuovi progetti.

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